Laureato in Studi Politici presso la Cesare Alfieri di Firenze, attualmente studente magistrale di Strategie della comunicazione pubblica e politica presso l'Università di Firenze. Appassionato di storia militare e giornalismo di guerra.


Barnes Wallis (Ripley, 26 settembre 1887 – Leatherhead, 30 ottobre 1979) fu uno dei più eclettici ed operosi inventori alle dipendenze dell’esercito inglese durante la seconda guerra mondiale.

Tra le sue scoperte risultò particolarmente utile quella relativa alle c.d. “bombe rimbalzanti”, confacenti allo scopo inglese di colpire e distruggere alcune dighe della zona della Rhur, ed alluvionare così vaste aree a valle, principalmente occupate da strutture industriali. Il programma di tale intervento risale fin dall’anno 1939, ma l’operazione risultò impossibile da realizzare, perché i tedeschi avevano posizionato davanti alle dighe grosse reti metalliche che formavano una barriera insormontabile e resistente anche ai siluri.

Barnes Wallis, inventore tra l’altro anche del bombardiere Wellington (Il Vickers Wellington, largamente impiegato durante la seconda guerra mondiale, era un bombardiere bimotore inglese, sviluppato e realizzato dalla ditta Vickers-Armstrongs verso la fine degli anni trenta del ‘900), fu incaricato di risolvere il problema. Pensò subito che gli ordigni dovevano essere abbastanza leggeri per essere agevolmente trasportati dagli aerei della RAF (La Royal Air Force, comunemente nota come RAF, è l’aeronautica militare del Regno Unito). Andava però considerato lo spessore dei muri delle dighe, costruiti per poter reggere la spinta di milioni di metri cubi di acqua. Era necessario inoltre che l’esplosione avvenisse a contatto delle pareti della diga, per avere maggiori effetti devastanti, e quindi occorreva trovare il sistema di saltare la rete di protezione posta a svariati metri dalla struttura. (GIORGIO BONACINA, Comando Bombardieri-Operazione Europa, Milano, Longanesi & C., 1975).

Wallis ricordò allora quando andava sul lago vicino casa in compagnia dei figli. Il gioco preferito era quello di lanciare sassi nell’acqua in maniera radente, in modo che, scelti quelli piatti, potessero rimbalzare sulla superficie. Ma se lanciate con grande forza, tale da imprimergli una notevole velocità, forse potevano rimbalzare anche quelli a forma sferica?

Prese una fionda ed il grosso catino dove la moglie lavava i panni e tentò l’esperimento, che riuscì perfettamente. Progettò così delle bombe caratterizzate dal fatto che se lanciate a bassa quota, quasi radenti sull’acqua, potevano rimbalzare, similmente ai sassi di pietra. (H. DIXON, Sir Barnes Wallis and the Dambusters’ bouncing bomb, «The Telegraph»,16 maggio 2013).

L’operazione esecutiva fu affidata al 617° squadrone della RAF, ed avvenne la notte tra il 16 e il 17 maggio 1943. Come auspicato da Wallis, le bombe saltarono le recinzioni ed andarono ad esplodere sbattendo contro le pareti delle dighe. Le strutture colpite furono quelle poste sui fiumi Eder, Sorpe e Mohne, tutte nella zona della Rhur. (GIORGIO BONACINA, Comando Bombardieri-Operazione Europa, Milano, Longanesi & C., 1975).

Le inondazioni furono catastrofiche e distrussero importanti fabbriche industriali, specie di natura militare. Furono sommersi circa trenta chilometri quadrati di territorio, allagate 125 fabbriche, danneggiati o distrutti 25 ponti, e colpiti molti snodi ferroviari. Purtroppo le perdite umane furono pesanti da entrambi le parti: circa un migliaio i morti tra i tedeschi, mentre dei 19 aerei che formavano la spedizione, ne tornarono solo 11. Si ebbero infatti 53 morti e 3 prigionieri tra le file inglesi. (JORG FRIEDRICH, La Germania Bombardata, Milano, Mondadori, 2004).

Wallis, come dirà in seguito la figlia, rimase molto colpito da un così alto numero di vittime civili, e ciò determinerà un cambio radicale della sua vita, creando sensi di colpa e crisi depressive. (H. DIXON, Sir Barnes Wallis and the Dambusters’ bouncing bomb, «The Telegraph»,16 maggio 2013).

L’evento fu però moralmente determinante per le sorti del conflitto, così che i riconoscimenti militari non mancarono, insieme al generale plauso dell’opinione pubblica britannica. Addirittura nel 1955 il regista Micheal Anderson giròun film sugli eventi sopra narrati dal titolo “The Dam Busters”.