Le “Fake news” oggi rappresentano una delle più gravi e perniciose minacce alle Democrazie Occidentali: sono un parassita, da sempre presente nelle nostre società, che in concomitanza con la crisi economica del 2008 e successivamente con la nascita dei Social Media, ha avuto la possibilità di alimentarsi, crescere e infettare sempre di più l’ambiente che lo ospitava.
Le “Fake News”, tuttavia, sono solo lo strumento di una strategia ben più ampia di disinformazione di massa, messo a punto per destabilizzare, manipolare e delegittimare il normale funzionamento delle Democrazie Occidentali.
Secondo molteplici studi, le tecniche e le strategie di disinformazione, sono associate agli sforzi di movimenti esterni ai Paesi Democratici, tipicamente provenienti dalla Russia o dalla Cina, e di partiti di destra radicale intenti a mobilitare i propri sostenitori, o più in generale, l’opinione pubblica, contro i partiti moderati di “governo” e la stampa tradizionale.
La proliferazione delle fake news è resa, infatti, possibile da una rete d’informazione alternativa: ovvero un’ecosistema mediatico di destra, definito comunemente “alt-right”, che ha l’obiettivo di creare una narrazione della realtà opposta a quella mainstream, e di promuovere idee “tabù”, che vanno dall’antisemitismo, al suprematismo bianco, fino a retoriche anti–immigrazione e di delegittimazione della stampa ufficiale. Quest’ultima, dovendo portare avanti il proprio normale e quotidiano processo informativo, ha finito per creare un enorme paradosso: quello di rendersi complice della stessa diffusione delle fake news e dell’ampliamento di quella retorica alternativa della realtà.
Questo processo è definito “il ciclo DAR”: di disinformazione–amplificazione–riverbero. In sostanza i canali alt-right producono fake news, i giornali ufficiali le ripropongono come notizie, amplificandone così la diffusione e l’effetto.
Come detto in precedenza a portare avanti questa strategia di dis-informazione sono sia i partiti di destra radicale dei vari Paesi democratici, sia forze esterne, che perseguono, quella che è stata definita la “non linear warfare”. Questa “guerriglia non lineare” è condotta su Internet, attraverso l’utilizzo di bot, hacker e troll che, quotidianamente, minano e delegittimano le istituzioni democratiche occidentali. In Russia, come è ormai comunemente noto, la “St. Petersburg Troll Factory” è solo una delle molte fabbriche di troll che addestrano e stipendiano persone, il cui unico obiettivo è pubblicare articoli e notizie false su Internet. In media, un troll russo, posta 50 volte al giorno, con almeno 6 differenti account falsi di Facebook , e 10 di Twitter. In Cina, invece, oltre 2 milioni di persone, la “50-cent party/army” (Wumao dang), sono (sotto)pagate per postare e commentare quotidianamente sui Social-Network al fine di manipolare l’opinione pubblica della “social-massa”: lavoro che è stato stimato produrre oltre 448 milioni di post ogni anno.
La proliferazione delle Fake News, grazie ai canali d’informazione alt-right e all’operato delle fabbriche di troll russe e cinesi, oggi, si traduce quindi in una diffusa e crescente mistificazione della realtà, nonchè in un caos informativo senza precedenti. E’ stato stimato che durante le elezioni presidenziali americane, la Top 20 delle “Fake News” aveva generato oltre 1 milione e mezzo di interazioni in più della Top 20 delle “Notizie Vere”, dato che unito al fatto che la maggior parte delle notizie pro-Trump e anti-Clinton fossero prodotte da 100 siti web macedoni, permette di delineare un quadro drammatico e allarmante per la sopravvivenza del regolare processo democratico dei paesi occidentali.
La portata del problema è tale che Facebook stessa ha deciso di condurre un’indagine interna per scoprire quanto, le “Fake News”, sono diffuse all’interno del Social Network: è stato scoperto che oltre 2 miliardi di utenti sono a contatto diretto con forme di disinformazione.
Anche in questi tragici giorni, le Fake News non cessano la propria diffusione e proprio come virus: infettano, contagiano e si diffondono in modo sempre più violento tra la popolazione. Un rapporto dello European External Action Service, l’agenzia diplomatica dell’Unione Europea, sostiene che la Russia stia diffondendo, perfino ora, notizie false sul coronavirus in Europa per destabilizzare i paesi europei e rendere più complicata la gestione dell’epidemia.
Puoi approfondire la questione qua.