Luca, studente alla facoltà di Educazione Professionale alla statale di Milano. Amante della politica fin dalla giovane età, consigliere comunale nel proprio comune. Ama l'arte in tutte le sue forme. Suona la chitarra in una band ska-punk e scrive poesie.

 

Mi ritrovo, a mio malincuore, a parlare ancora di Matteo Salvini. Il mio percorso di studi mi ha portato quest’anno a svolgere un tirocinio in una comunità psichiatrica e quando ho sentito le assurde affermazioni del nostro Ministro dell’Interno sul tema mi sono sentito in dovere di rispondere.

Mai avrei pensato che nel 2018 una persona dotata di raziocinio potesse mettere in discussione una legge così giusta e moderna come la legge Basaglia. Ma ecco il nostro carissimo Matteo che dal palco di Pontida si lancia in uno sproloquio senza senso, parlando della Basaglia come “riforma che ha cancellato le strutture che curavano i malati psichiatrici, abbandonando le famiglie al loro destino”.

Ricordo che solamente nel 2017 siamo arrivati a chiudere gli ultimi sei ospedali psichiatrici giudiziari ancora attivi nel nostro paese, a mio parere una grande vittoria, forse non è così per tutti.

Non contento di quanto detto Salvini, alcuni giorni dopo, aggiunge parlando su La7: “c’è quest’anno un’esplosione di aggressioni per colpa di malati psichiatrici e qua non è competenza del mio ministero, però evidentemente c’è da rivedere il fatto che sia stato abbandonato il tema della psichiatria e lasciato solo sulle spalle delle famiglie italiane chiudendo tutte le strutture di cura per i malati psichiatrici”.

Parlando in termini statistici il 95% dei reati commessi sul nostro territorio è attribuibile alla persone cosiddette “normali“; lo afferma la Società italiana di psichiatria che aggiunge, in risposta al ministro: “è più probabile che una persona che soffre un disturbo mentale sia vittima, non carnefice. Diffondere false notizie come quelle date dal Ministro non fa altro che aumentare paure infondate sulle persone affette da disturbi psichici, etichettandole ingiustamente ed indiscriminatamente come pericolose, aggravandone il già tremendo fardello dello stigma e della discriminazione”.

Personalmente comprendo il perché di questa azione politica ma sono stanco di questo clima di paura. La paura del diverso ormai sta diventando di una quotidianità spaventosa; siamo partiti con i migranti, poi è stato il turno dei rom, ora tocca alle persone affette da un disturbo mentale, tutto questo a me ricorda qualcosa di terrificante.

Con i miei colleghi si discute spesso sullo stigma che accompagna le malattie mentali cercando di trovare un metodo per elimarlo, comprendendo quanto questo possa influenzare la vita di una persona. È inaccettabile che un Ministro possa affermare delle cose simili che, oltre ad essere false, alimentano un infondato clima di timore nei confronti di persone tali e quali a noi “normali”.

Più di una volta raccontando la mia esperienza mi è stato chiesto se gli ospiti della comunità fossero pericolosi, la mia risposta è sempre stata: “Sì, pericolosi quanto sono pericoloso io e quanto sei pericoloso te.” 

Riflettendoci meglio però ora vorrei cambiare la mia risposta, probabilmente Matteo Salvini è molto più pericoloso di un malato psichiatrico, ecco come risponderei.

Siamo arrivati ad un punto di non ritorno: da una parte c’è una società aperta, solidale, accogliente, pronta al confronto con il diverso per migliorare e crescere; dall’altra Matteo Salvini.