Confindustria: “ Mai nella storia ci si è trovati ad affrontare una crisi sanitaria, sociale ed economica di queste proporzioni”
Recentemente il centro studi di Confindustria, principale organizzazione rappresentativa delle imprese manifatturiere e di servizi italiani, ha rilasciato un report intitolato: “Le previsioni per l’Italia. Quali condizioni per la tenuta ed il rilancio dell’economia?”, nel quale emergono numeri e stime davvero preoccupanti in merito all’impatto negativo dell’emergenza sanitaria sull’economia. Al termine del primo semestre di quest’anno, infatti, è stato previsto che il PIL (prodotto interno lordo) italiano segnerà una flessione del 10%, equivalente ad una perdita di circa 42 miliardi di ricchezza, mentre i consumi delle famiglie, alla fine del 2020, subiranno un calo del 6,8%, le esportazioni commerciali del 5,1% e l’occupazione diminuirà del 2,5%.
Dati che visti da occhi poco esperti possono dire ben poco, ma basti pensare che tra le informazioni storiche del centro di studi non figurano precedenti simili: ad esempio, un calo dei consumi del 9% in meno in 50 giorni è del tutto unico nel suo genere. “Mai nella storia ci si è trovati ad affrontare una crisi sanitaria, sociale ed economica di queste proporzioni” spiega il documento, una situazione con rischi di “depressione” drammatici, che ha spinto Confindustria a chiedere che sia tutelato, con strumenti inediti e senza lesinare a risorse, tutto il tessuto sociale, dei lavoratori, delle imprese e delle famiglie.
I settori più colpiti saranno quelli delle costruzioni, del turismo e dei trasporti che in mancanza di domanda e con il blocco dell’offerta, imposto dalla chiusura delle attività, soffriranno sopratutto per mancanza di liquidità, ovvero di soldi. Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, alla luce di questo report, ha affermato che si esploreranno “tutte le opzioni possibili per sostenere l’economia in questa fase di acuta difficoltà”, promessa che va a sommarsi al versamento, già previsto, al Tesoro dello Stato di utili per 7,8 miliardi di euro e imposte per quasi 1,1 miliardi.
La previsione di Visco, tuttavia, non rimane delle migliori perché la pandemia avrà “un impatto sul sistema economico finanziario di proporzioni molto ampie e profonde”. In questo scenario, strumenti come i Coronabond e la solidarietà economica di tutta la zona euro, sembrano essere l’unico strumento possibile per poter evitare un tracollo economico senza precedenti.