Tra le molte foto incorniciate e appese ai muri della sede principale della CIA a Langley, Virginia, è presente anche quella di un giocatore di baseball: Morris “Moe” Berg.

Moe, nato a New York il 2 Marzo 1902, è stato nella sua vita un giocatore professionista di baseball e, in seguito al ritiro, una spia statunitense.

Berg inizia a giocare a baseball a sette anni nella squadra di una chiesa episcopale metodista, nonostante fosse figlio di genitori ebrei. Particolarmente intelligente e brillante sin da giovane, consegue un Bachelor of Arts in lingue moderne nel 1923 e debutta lo stesso anno nella Major League con i Brooklin Robins (oggi Los Angeles Dodgers). Dopo un paio di anni divisi tra minor leagues e viaggi all’estero, torna in Major League nel 1926 con i Chicago White Sox, dove quasi per caso ricopre con gran successo il ruolo di ricevitore. In seguito cambierà nuovamente ruolo a causa di un infortunio al ginocchio, restando comunque in Major League fino al 1939.

Berg però, oltre ad essere stato un buon giocatore di baseball, ha prestato servizio durante la WWII nell’Office of Strategic Services, agenzia di spionaggio che al termine della guerra venne sostituita dalla Central Intelligence Agency.

Moe era un personaggio brillante e stravagante che riusciva a parlare con grande padronanza un totale di 15 lingue moderne tra cui italiano, francese, greco, spagnolo, tedesco. Oltre a queste conosceva alcune lingue classiche quali latino, greco e sanscrito. Partecipò inoltre come concorrente a “Information, Please!”, un quiz radiofonico con domande di storia e lingue moderne ed antiche. Per le sue caratteristiche veniva chiamato “The Brainiest Guy in Baseball” o “The Professor“.

Berg non era un eccellente battitore: la sua media battuta (AVG) era di solo 0.243 e colpì solo 6 fuoricampo nel corso di 17 anni di carriera. Un suo compagno disse di lui: “Morris? Morris può anche parlare sette lingue, ma con nessuna di loro riesce a colpire la pallina”. Ciò nonostante le sue qualità di ricevitore (ed in seguito di spia) vennero riconosciute da tutti.

Come mai l’OSS si interessò a lui e lo reclutò? L’agenzia di spionaggio lo inserì in rubrica a seguito della tournée in Giappone del 1934 quando, come membro della squadra All-Star dell’MLB, riuscì a filmare, con una telecamera occultata sotto al kimono, luoghi di interesse strategico quali il porto, le sezioni industriali e delle fabbriche di munizioni. Le riprese di Morris vennero poi utilizzate per la pianificazione dei bombardamenti del 1942 su Tokyo, noti come Doolittle Raid.

A partire dal 1942 iniziò a lavorare per l’OIAA (Office of Inter-American Affairs), assegnato ai Caraibi ed al Sudamerica con attività di monitoraggio delle truppe statunitensi stanziate in quei luoghi, ma lasciò presto l’incarico insieme ad altri agenti, poiché era convinzione comune che il Sud America non rappresentasse una minaccia per gli USA.

Ad Agosto 1943 accettò ufficialmente un impiego presso l’OSS ricoprendo il ruolo di ufficiale di operazioni paramilitari che in seguito diverrà la Special Activities Division.

Nel Settembre 1943 gli venne assegnata una missione nei Balcani: Berg fu paracadutato in Jugoslavia, con l’obiettivo di entrare in contatto coi gruppi di resistenza partigiana attivi sul territorio, di fornirne una valutazione e inviare rapporti costanti sull’evoluzione del conflitto.

Questi rapporti inviati da Berg furono determinanti per gli Stati Uniti al fine di identificare quali gruppi locali necessitassero il loro sostegno economico militare ed in quale misura.

Morris partecipò in seguito al Project Larson, in particolare al sottoprogetto AZUSA, che aveva come obiettivo la valutazione dei progetti compiuti ed incompiuti da fisici tedeschi come Werner Heisenberg.

Tra il 1943 e il 1944 Moe girò il Vecchio Continente cercando di convincere fisici e scienziati europei a lavorare in America. Nel Dicembre 1944 ricevette il compito di scoprire quale fosse il livello di know-how dei tedeschi in relazione alla costruzione di un ordigno atomico.

Per questo motivo fu spedito ad assistere ad una lezione a Zurigo tenuta da Heisenberg, e, nel caso in cui i tedeschi si fossero rivelati vicini alla sua realizzazione, Morris aveva l’ordine di assassinare Heisenberg.

Dopo aver seguito la lezione decretò che i tedeschi erano ben lontani dalla costruzione di armi nucleari e decise di lasciare in vita il fisico tedesco.

Berg tornò negli Stati Uniti il 25 Aprile 1945 e si dimise da ufficiale dell’OSS. Venne premiato con la Medaglia Presidenziale della Libertà nello stesso anno, onorificenza che al momento rifiutò, ma che gli fu comunque riassegnata postuma.

Berg, nel 1952, fu nuovamente assunto dalla CIA per conoscere, attraverso i suoi vecchi contatti in Europa, quale fosse il livello di tecnologia nucleare dei sovietici. Il risultato delle sue attività fu probabilmente molto scarso, e smise di lavorare per la CIA.

Rimase così senza lavoro e passò gli ultimi 20 anni della sua vita da disoccupato, senza una casa di proprietà ed una famiglia, spostandosi a vivere da fratelli e sorelle.

Morris morì il 29 maggio 1972 all’ospedale di Newark in seguito ad un incidente domestico. Su di lui l’autore Nicholas Dawidoff ha scritto una biografia dal titolo “Il ricevitore era una spia”, da cui è stato tratto poi l’omonimo film nel 2018.

Articolo di Simone Cosci. Rubrica #StoriediSpie a cura di Matteo Manera.