Quello del sistema bancario è da sempre un ambiente controverso e di frequente criticato, spesso e volentieri se ne ignorano alcuni meccanismi e si finisce per farsi un’idea distorta.
Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza.
Tra le critiche più popolari mosse al sistema bancario c’è il sempreverde “pensano solo al profitto e riducono le possibilità di sviluppo economico”.
In realtà le banche hanno ampiamente aiutato lo sviluppo economico sin dalla Prima Rivoluzione Industriale (fine 1700 – inizi del 1800), quando gli imprenditori che non avevano una famiglia ricca alle spalle chiedevano prestiti per poter aprire impianti di produzione dando una notevole spinta all’economia nazionale prima e internazionale dopo.
Prendere un privilegio e trasformarlo in possibilità, roba non da poco.
Il secondo punto più citato è: “perché dovrei pagare qualcuno per dargli i miei soldi? Sono miei, io non voglio pagare l’affitto dei miei soldi”. Perché la banca prende fisicamente i soldi e li tiene dentro un conto evitando la spiacevole sorpresa di tornare a casa e vedere che i ladri possano averli trovati sotto al mattone o dentro al materasso. Stanno offrendo un servizio che per quanto si dia per scontato, tale non è, si può sempre ritirarli e tenerli a casa o addosso, assumendosi il rischio.
Altra opinione comune è che la banca non debba usare i soldi che vengono depositati, come se d’incanto sparissero con l’impossibilità di ritirarli. Bisogna sempre tenere a mente che la banca (qualunque essa sia), è un’impresa di servizi, il fatto che questi abbiano come protagonista il denaro è solo una particolarità. Citando il punto due, quando una banca prende in carico il vostro denaro, questo viene custodito tramite un conto corrente usufruibile in qualsiasi momento.
La banca potrebbe rimanere lì seduta ad aspettare che voi chiediate il denaro, oppure può usare tale liquidità per fare degli investimenti. Come quando un ragazzo fa un lavoro extra tipo aiutare la signora anziana del terzo piano a gettare per lei roba pesante e ingombrante, prendendo dei soldi. Il paragone è decisamente fuori misura, ma ci interessa il concetto.
Occorre ricordare inoltre che anche se un particolare investimento non dovesse andare bene, il vostro conto corrente continua ad avere gli stessi soldi depositati.
Quarto punto: “Perché se apro un mutuo la banca deve prendersi gli interessi?” Perché la banca si sta assumendo il rischio di prestare dei soldi ad una persona che effettivamente non conosce e che potenzialmente potrebbe non restituirli.
4 bis) “Ma io do in garanzia la mia casa”. Vero, ma il valore di mercato di un immobile non necessariamente corrisponde al valore che ognuno di noi attribuisce a quel bene, ecco perché vengono interpellati dei periti che si occupano di quantificare questo valore.
Dopo questa piccola digressione forse sarà più semplice vedere i bancari nuovamente come persone e non come diavoli con i forconi e comprendere come alla luce della crisi finanziaria del 2007, siano restii a concedere prestiti. Nella realtà dei fatti questa reticenza dipende parzialmente dal timore di perdere il denaro prestato, parzialmente da una mancata regolamentazione specifica in materia che alle volte ha lasciato spazio ad “amministrazioni creative”, lasciando i piccoli risparmiatori delusi, per utilizzare un eufemismo riduttivo.
A tal proposito mi sento di portare un esempio alternativo, quello Canadese; il Canada è spesso considerato un paese dal mercato particolarmente stabile. Prendete ad esempio il mercato immobiliare, nella sola area di Toronto, i prezzi aumentano di circa i 30% l’anno. Una bolla speculativa? Forse. Se scoppiasse potrebbe mettere in ginocchio il sistema finanziario Canadese? Probabile, portando con sé anche altri mercati connessi, tipo quello delle assicurazioni (vedi crisi economica USA 2007). Scoppierà? No. Perché?
In Canada chiunque voglia accendere un mutuo, può farlo senza offrire nulla in garanzia, deve però sottoscrivere un’assicurazione sulla vita che copra l’intero ammontare del mutuo e pagare sia quella che il mutuo. Nel caso in cui la persona non paghi la rata del mutuo, gli succeda qualcosa e casi disastrosi al seguito, l’assicurazione provvederà a coprire il valore del prestito. Se la storia si fermasse qui, non ci sarebbe nessuna garanzia di solvenza, perché un mancato pagamento di massa sarebbe sufficiente a mandare in fallimento l’assicurazione col rischio di non onorare ugualmente tutti i mutui, trascinando con sé il sistema bancario.
Qui interviene lo Stato: nel 1967 il governo canadese istituì il CDIC, Canadian Deposit Insurance Corporation, una vera e propria azienda all’interno della quale aderiscono tutti gli istituti di credito, banche, unioni di credito ecc.
Se per ipotesi una banca dovesse fallire, l’assicurazione prende il denaro versato dalla banca e rimborsa i risparmiatori per non più di 100 mila $, nel caso in cui invece l’istituto possieda un mercato troppo grande per poter fallire vengono trasferiti flussi di denaro da altre banche in salute per risolverne la situazione.
Questa procedura evita che i risparmiatori possano pagare di tasca propria una cattiva gestione bancaria.
Questo semplice esempio può suggerire che è effettivamente possibile migliorare lo stato delle cose con degli accorgimenti che potrebbero dare respiro alle aziende presenti sul mercato ed eventualmente incoraggiare la nascita di nuove. E perché no, magari anche incoraggiare nuovamente il mercato immobiliare che storicamente è stato uno dei capisaldi della nostra economia.
Bibliografia:
Franco Amatori and Andrea Colli, Business History. Complexities and Comparisons, Routledge, 2011