Salve, sono Francesco Rosi e questo è il mio primo intervento all’interno della rubrica musicale del Prosperous Network, mettetevi comodi e indossate bene le cuffie!
Oggi voglio parlarvi di un gigante del cantautorato italiano scomparso esattamente 36 anni fa, il 2 Giugno 1981: Salvatore Antonio Gaetano.
Con questo nome ci ricorderemmo di Rino Gaetano, se non fosse stato per la sorella che coniò il suo ormai celebre diminutivo in tenera età.
L’artista originario di Crotone in soli trent’anni di vita è riuscito a lasciare la sua indelebile impronta nella storia della musica italiana, tanto che molti si chiedono con rimpianto quanto ancora avrebbe potuto creare e comporre, se non fosse venuto a mancare così giovane, in un incidente stradale.
Artista eclettico, da molti è ancora ricordato sia per il “nonsense” (come diremmo oggi) che per molti suoi brani di successo, come “Gianna” oppure “Ma il cielo è sempre più blu”.
Tuttavia in questo personaggio c’è molto di più: alcuni suoi testi celano, dietro ad un velo di ironia più o meno sottile, moltissime denunce sociali che personalmente trovo ancora estremamente attuali e ricche di spunti.
Ne è un esempio evidente “Aida”, canzone del 1977 tratta dall’omonimo album e ispirata all’altrettanto omonima opera di Giuseppe Verdi, che vi invito ad ascoltare QUA!
Di seguito il testo:
Lei sfogliava/i suoi ricordi
le sue istantanee
i suoi tabù
le sue madonne
i suoi rosari
e mille mari
e alalà
i suoi vestiti/di lino e seta
le calze a rete
Marlene e Charlot
e dopo Giugno/il gran conflitto
e poi l’Egitto
e un’altra età
marce svastiche/e federali
sotto i fanali
l’oscurità
e poi il ritorno/in un paese diviso
più nero nel viso
più rosso d’amore
Aida/come sei bella
Aida/le tue battaglie
i compromessi
la povertà
i salari bassi/la fame bussa
il terrore russo
Cristo e Stalin
Aida/la costituente
la democrazia
e chi ce l’ha
e poi trent’anni/di safari
fra antilopi e giaguari
scaiacalli e lapin
Aida/come sei bella
Se non siete riusciti a seguire il testo perchè incantati dalla parte musicale del brano, tranquilli, non siete i soli: la canzone è veramente un capolavoro, è orecchiabile, ed include moltissimi strumenti, dal pianoforte, ai fiati, alla chitarra elettrica (senza dimenticare la voce).
Ad un secondo ascolto probabilmente vi accorgerete che Aida è una rappresentazione dell’Italia e che tutto il brano si svolge attorno alla storia del nostro paese: Rino parte dal fascismo e la guerra, fino ad arrivare agli scandali degli anni ’70.
Quello che esce fuori è un dipinto piuttosto critico (“i suoi tabù”, “la povertà”, “la democrazia, e chi ce l’ha”), che però è immancabilmente intervallato da una ritornello carico di passione per il proprio Paese: “Aida, come sei bella”.
Cosa penserebbe oggi Rino Gaetano della sua Aida? La troverebbe sempre così affascinante, nonostante tutto quello che le è successo in questi anni?
Buon ascolto 🙂
articolo di Francesco Rosi