Dominati dall’odio e dalla paura stiamo perdendo la guerra

È accaduto di nuovo, stessa ferocia, stessa cieca e allo stesso tempo precisa violenza. Anche Londra è stata “attaccata” e ancora una volta l’Europa vaga nella nebbia della paura e del disorientamento.

Voglio cominciare mostrandovi l’immagine che mi ha portato a scrivere questo articolo (senza dilungarmi a parlare del suo autore, non è questo ad interessarci)

Autore: Ghisberto
In questa vignetta c’è tutto, ogni minimo aspetto della confusione mentale degli europei davanti al problema:
• “No muri ma ponti”;
• Il Big Ben che, incurante dello strazio dei propri cittadini, apre le braccia agli stranieri in arrivo;
• L’immagine cruda delle vittime riverse a terra;
• Gli spruzzi di sangue che gocciolano sino alle acque del Tamigi;
• Una delle vittime, nel momento della sua morte, teneva in mano un cartello contrario al Presidente americano Trump;
• Un’altra delle vittime, nello stesso momento dell’altra, brandiva una bandiera che si può variamente interpretare come inneggiante alla pace o ai diritti LGBT.

La psicologia alla base di questa vignetta è di disarmante semplicità. Preme in modo insostenibile sulla rabbia e sulla paura dell’osservatore per farlo giungere a conclusioni totalmente avulse dalla realtà. Esempio: “L’attentatore era un immigrato di quelli che i politici merdosi di sinistra vogliono accogliere a tutti i costi! Hanno fatto bene a morire quelle zecche comuniste con i cartelli visto che non hanno capito che ci ammazzano tutti!!”

L’attentatore secondo quanto affermato nelle ultime ore dal MI5, era nato in Inghilterra; si era radicalizzato in Inghilterra e mai aveva solcato il Mediterraneo in barcone.

Quindi qual è il punto?
Il punto è che la civiltà europea si sta rivelando totalmente incapace di affrontare un problema che è andato via via creandosi negli anni, anni di totale immobilismo e incapacità di analisi. Il multiculturalismo, nella sua declinazione odierna, ha fallito. Abbiamo creato una fittizia e politicamente obbligata accettazione dell’ “altro” senza comprendere affondo chi sia l’ “altro” e chi sia il “noi”.
L’Europa, intesa come Unione di Stati, non è un’entità priva di identità e valori politici. La storia europea è storia di rivoluzioni, di lotte, di guerre per conquistare diritti che si sono dovuti scrivere col sangue sulle pagine delle nostre Costituzioni. Il progresso europeo è stato un progresso sociale e politico pagato a caro prezzo e tutt’ora in divenire. Dinanzi alle nuove culture, che fortunatamente sono entrate in contatto con la nostra, non siamo riusciti a costruire un dialogo alla pari, tra tutte le componenti della nostra e delle altre società.

L’islamismo radicale che sta mietendo vite nelle nostre città è un virus debole che attacca un organismo privo di sistema immunitario. Siamo un corpo in agonia che, nell’allucinazione febbricitante, sta assumendo i farmaci sbagliati.

Il terrorismo ha un solo obiettivo, scatenare la paura per indebolire. Il terrorismo islamico sta vincendo la sua battaglia. Potremo devastare lo Stato islamico e potremo organizzare missioni ONU in ogni paese a rischio, ma la vera battaglia dobbiamo combatterla per le strade, nelle scuole, nelle carceri e nelle piazze dei nostri paesi.

È una battaglia che non si combatte con le fiaccole ed i forconi, con le vignette rabbiose, con la violenza etnica, con l’estremismo politico o con l’ergere muri invalicabili lungo i nostri confini; ma si combatte credendo nei valori della nostra civiltà.

È una battaglia che si può vincere unicamente costruendo un nuovo multiculturalismo. Un multiculturalismo poggiante sui valori Repubblicani, sui principi che ci siamo dati e che ci rendono la civiltà che siamo. Multiculturalismo non significa accettare incondizionatamente ogni uso e costume alieno ai nostri, Multiculturalismo significa rispettare, abbracciare ed accogliere chiunque in cambio del rispetto verso ciò che ci rende Europei. L’uguaglianza sociale, la parità di diritti tra uomo e donna, la libertà di religione, l’autorità indiscussa dello Stato democratico, la laicità e la libertà di parola e di orientamento politico non sono valori negoziabili.

Se l’Europa sarà in grado di affermare con forza i propri valori e sulla base degli stessi accogliere senza emarginare e ghettizzare lo straniero allora questa battaglia finirà.