Laureato in Relazioni Internazionali presso Alma Mater Studiorum di Bologna, Studente di Strategie di Comunicazione Politica presso Università di Firenze, fondatore del Prosperous Network. Nel tempo libero abuso di Spotify.

Cosa è la One-China Policy (OCP)? E’ la linea politica secondo la quale esiste un solo stato chiamato “Cina”, nonostante l’esistenza di due governi che ne rivendicano la denominazione.

Questo vuol dire che i paesi in cerca di relazioni diplomatiche con la Repubblica Popolare Cinese (PRC, Beijing) devono interrompere i propri rapporti con la Repubblica di Cina (ROC, Taiwan)

Entrambi i due Stati infatti riconoscono di essere entrambi parti di un’unica “Cina” secondo il principio “One-China Principle” stipulato nel 1992 Consensus ma non riconoscono il governo dell’altro come legittimo; in una situazione analoga a quella Koreana.

La pratica adottata durante la Guerra fredda dagli altri Stati è stato il riconoscimento della PRC dai paesi del solo blocco comunista, e il riconoscimento del ROC da parte degli stati del blocco occidentale, fino al 1970.

Nel 1972, grazie agli sforzi bilaterali tra i due paesi, orditi dalle figure di Mao Zedong e Richard Nixon e precedentemente da Henry Kissinger e Zhou Enlai, è avviato il disgelo delle relazioni tra le due più grandi superpotenze mondiali con la firma del Joint Communiqué of the United States of America and the People’s Republic of China, conosciuto come Shangai Communiqué.

Dal 1978 è avvenuta un’interruzione delle comunicazioni formali tra Taipei e Washington quando l’allora Presidente americano Jimmy Carter riconobbe ufficialmente il PRC. Nel 1979, a seguito di tale riconoscimento, venne anche chiusa l’ambasciata americana a Taipei e la sospensione di ogni relazione diplomatica formale.

Il 3 Dicembre 2016 Trump riceve una telefonata di congratulazioni per la nomina a POTUS dal Presidente di Taiwan Tsai Ing-wen, rompendo il silenzio formale; suscitando così l’ira di Pechino che in una nota del Ministro degli Affari Esteri  afferma: «Vi è solo un’Unica Cina nel mondo e Taiwan è un’inseparabile parte del territorio cinese. Il governo della Repubblica popolare cinese è il solo legittimato a rappresentare la Cina» (1)

Il 12 Dicembre Donald Trump in un’intervista a FOX News esprime la sua perplessità nel continuare la OCP senza un accordo economico mutuamente vantaggioso.

La risposta ufficiale del governo Cinese non si fa tardare: «E’ la fondazione su cui si basano i rapporti fra Cina e Stati Uniti, non è negoziabile; E’ importante che Donald Trump riconosca che il rispetto di questo principio base è necessario per continuare i rapporti fra i nostri due paesi. Se questo non avvenisse dovremo coglierne le opportune conseguenze»

Altro momento di tensione è stata la vicenda sul drone americano (2) recuperato dalla Marina Cinese durante operazioni di routine sourveillance nel Mare del Sud , commentata su Twitter da Trump in questo modo:

 Il tweet ha suscitato la risposta del Global Times, media di stato cinese, che in questo articolo definisce il Presidente eletto come inadeguato alla guida della Casa Bianca, senza le competenze necessarie per governare una superpotenza; additando l’uso di un lessico inadeguato alla situazione (“steal”).

Mercoledì 11 Gennaio, la Commissione Affari Esteri del Senato, ha sottoposto il Segretario di Stato nominato, Rex Tillerson, ad un’audizione sulle future posizioni in politica estera dell’amministrazione Trump  (3) 

Durante questa sessione l’ex CEO di Exxon Tillerson ha comparato le richieste territoriali cinesi nel mare del Sud all’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, condannando con parole dure le volontà cinesi:china_islands__1_.jpg

“Building islands and then putting military assets on those islands is akin to Russia’s taking of Crimea. Its taking of territory that others lay claim to. We’re going to have to send China a clear signal that first, the island-building stops, and second, your access to those islands also not going to be allowed.” (CNN)

La risposta del Global Times non si è fatta attendere, il quale attraverso questo editoriale, avverte che entrambi i lati dovrebbero prepararsi a scontri militari se gli Stati Uniti hanno realmente intenzione di bloccare l’accesso alle isole nel Mare Cinese del Sud, qualsiasi tentativo potrebbe condurre ad una a large-scale war in the South China Sea

E aggiunge: «Tillerson dovrebbe rivedere le sue strategie nucleari se ha intenzione di costringere una potenza nucleare come la Cina a ritirarsi dai suoi stessi territori»

La risposta governativa è invece molto più leggera; invita al mutuo rispetto e cooperazione e a relazioni basate sul non scontro, non conflitto e mutuo beneficio; come molto spesso accade nella logica comunicativa governativa cinese.

Le relazioni tra PRC e USA, dati i precedenti scritti sopra, saranno osservato speciale durante l’amministrazione Trump, che entrerà ufficialmente in atto il 20 Gennaio 2017.

Articolo di Matteo Manera