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Storia dei patti coi terroristi – il Lodo Moro

Ormai ce lo chiediamo in molti: come mai l’Italia non ha subito attentati finora? Tale quesito si fa sempre più insistente, soprattutto in questi giorni tesi. Le risposte che ci possiamo dare sono molte, quasi tutte frutto della supposizione, si va dal credere l’Italia come un ponte di passaggio per i terroristi sino al mettere in risalto le operazioni di sicurezza dei nostri servizi segreti.

Sono tutte teorie che suppongo abbiano un fondo di verità o comunque un buon motivo per essere portate avanti, tuttavia fra queste una di loro ha catturato in particolar modo la mia attenzione: mi riferisco ad un accostamento fra le politiche odierne dei servizi segreti ed il “Lodo Moro”. Una questione strana quella del Lodo, di primo acchito surreale, in verità, indagando meglio, si scopre che si tratta di un vero e proprio pezzo di storia italiana che si sta cercando di riscrivere in questi mesi.

Si parla infatti di un segreto accordo stipulato nel 1973 fra i terroristi palestinesi ed il governo Italiano, il cui ministro dell’interno, mente dell’operazione, era il compianto Aldo Moro (da qui il nome “Lodo Moro”). Tutto ciò avrebbe garantito l’immunità del Paese dagli attacchi terroristici durante gli anni ‘70.

Vediamo insieme cosa c’è di vero in tutto questo, per capire fin dove si siano spinti i governi in cerca di sicurezza per la propria popolazione, per comprendere poi quali probabilità ci siano che un accordo del genere sia stato stipulato anche odiernamente coi terroristi islamici.

Aldo Moro

IL TERRORISMO PALESTINESE
Partiamo dall’antefatto: cosa si è trovato a fronteggiare il governo italiano? Sin dagli anni ‘60 una serie di gruppi paramilitari palestinesi si sono riuniti sotto il nome di OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), con l’intento di disfarsi dello stato di Israele una volta per tutte e formare un unico stato palestinese. Tale organo fu considerato un vero e proprio gruppo terroristico sino al 1988, quando la stessa OLP riconobbe la soluzione a due stati, per poi riconoscere ufficialmente, nel 1993, l’esistenza di Israele, al cui primo ministro il presidente dell’OLP Yasser Arafat inviò una lettera ufficiale, compiendo di fatto una svolta storica.

Ma siamo ancora negli anni ‘70 e questo genere di apertura era assai lontano dai radar. Alcune componenti dell’OLP, come “Settembre Nero”, agivano attraverso veri atti di terrorismo in Europa, fra tutti si ricorda particolarmente la strage di Monaco del 1972, quando alle celebri olimpiadi furono sterminati undici atleti israeliani ed un poliziotto tedesco. Proprio “Settembre Nero” fu responsabile del fatto alla base del nostro Lodo Moro, ovvero la strage di Fiumicino del 1973.

Yasser Arafat

LA STRAGE DI FIUMICINO DEL ’73
In breve, il fatto che ebbe un fortissimo impatto su Aldo Moro in persona fu un attentato compiuto presso l’aeroporto di Fiumicino a Roma, quando intorno alle 12:50 del 17 dicembre ‘73 un commando palestinese si diresse verso un Boeing 707 della Pan Am (volo 110 per Beirut-Teheran), buttando all’interno 2 bombe al fosforo che causarono il decesso di 34 innocenti. Il caso volle, purtroppo, che l’aereo fosse in lieve ritardo rispetto all’orario previsto per il decollo, e tale elemento risultò letale.

È da qui che parte la nostra storia: il ministro dell’interno Moro si sarebbe adoperato per accordarsi con i terroristi palestinesi affinché non potesse riaccadere nulla di simile. Le ipotesi erano due: far transitare i terroristi ed i loro armamenti indisturbati sui cieli e sul suolo italiani senza opporre resistenza in cambio dell’incolumità pubblica, o altrimenti opporre resistenza ottenendo in cambio nient’altro che la violenza degli attentatori. Il rischio che si prospettava all’orizzonte, almeno agli occhi dei politici dell’epoca, era quello di far diventare l’Italia una polveriera degli screzi tra Israeliani e Palestinesi, dunque la strada da prendere appariva chiara. Da allora non se ne seppe più nulla, e com’è ovvio nessuno tra i coinvolti fece menzione di un simile accordo, anzi, quando anche se ne parlava tutto veniva negato. Negli anni a seguire accaddero molte cose, ma dei palestinesi neanche l’ombra. Nel maggio del ‘78 venne poi a mancare il principale interprete dei presunti accordi, Aldo Moro, tragicamente sequestrato ed ucciso dalle Brigate Rosse. Il clima disteso stava per incontrare la sua rottura.

Il Boeing 707 della Pan Am a seguito dell’attentato.

DA FIUMICINO A FIUMICINO
Con la dipartita di Moro ad andarsene non fu solamente un grande politico, ma anche il suo atteggiamento di dialogo e compromesso, quel modus operandi che, portato all’estremo, aveva condotto il Viminale a trattare coi palestinesi. Già nel 1979, ovvero l’anno seguente alla sua morte, la politica morbida nei confronti dei palestinesi si era già inasprita, e di questo i terroristi non furono certo felici. Presso Ortona, in Emilia Romagna, nella notte tra il 7 e l’8 novembre, vennero arrestati infatti Daniele Pifano, Giorgio Baumgartner Luciano Nieri, tre individui che stavano trasportando un carico di missili; le indagini condussero le autorità a Bologna, dove fu arrestato Abu Anzeh Saleh, non un nome qualunque. Egli era esponente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), la frangia più violenta del terrorismo palestinese. Inutile dire che la cosa abbia avuto ripercussioni spiacevoli, tanto che c’è chi sostiene, e vi sono delle prove, che proprio questo fatto stia alla base della strage di Bologna del 1980, la più grande carneficina dovuta ad un attentato nel nostro Paese, con 85 vittime. A portare avanti questa tesi è un personaggio che incontreremo più volte nel nostro articolo, ovvero il democristiano Francesco Cossiga, ex presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio proprio fra il 1979 e il 1980. Queste le sue parole rispetto alla strage di Bologna:

(in caso di problemi al collegamento: http://bit.ly/2w3pgg1 )

Ma al di là dei dubbi inerenti a Bologna, caso archiviato perché le cose che si avevano in mano erano inconcludenti, quel che è certo è che 5 anni più tardi a riportare sulla scena la cosiddetta “resistenza palestinese” fu sempre, tragicamente, l’aeroporto di Fiumicino. Il 27 dicembre 1985, alle ore 8:15, un gruppo di uomini armati lanciarono ordigni contro persone in coda ai check-in delle compagnie El Al e TWA. Le vittime ammontarono a 23, inclusi 4 terroristi, ed una cosa pareva chiara: stavolta erano stati senza ombra di dubbio i palestinesi. Rispetto a questo, ecco un altro estratto di un’intervista a Cossiga veramente interessante, da La Storia siamo noi (Rai): La prima strage di Fiumicino e il lodo Moro – una mattina di dicembre.
Da allora il terrorismo palestinese andò scemando per via delle politiche di distensione dell’OLP, ed il mistero riguardante il Lodo Moro rimase taciuto per sempre. O meglio, fino ad oggi.

Scatto a seguito del secondo attentato presso l’aeroporto di Roma Fiumicino.

IL RITORNO DEL LODO MORO
Sembra una storia di quelle da vecchio volume ingiallito contenente i misteri italiani degli anni ‘70, e invece eccoci qui a parlarne. Le sincere esternazioni di Francesco Cossiga hanno sempre destato interesse, è vero, ma negli ultimi due anni si è riaccesa una miccia molto importante. Nel 2015 infatti è stato rinvenuto un telegramma molto significativo a seguito della desecretazione di parecchi documenti su ordine del governo Renzi. Come riporta questo articolo di Panorama, è stato ritrovato un telegramma del colonnello Stefano Giovannone, responsabile dei servizi segreti italiani in Libano, inviato a Roma, al SID (Servizio Informazioni Difesa), che dichiarerebbe apertamente l’esistenza di un patto governo-terroristi allo scopo di risparmiare il territorio italiano dagli attentati. Qui di seguito il documento:

L’ANNUNZIATA, GABRIELLI E LA POSSIBILITÀ DI UN LODO MORO BIS
A dare prova dell’esistenza del Lodo Moro però è anche un altro importante personaggio che con tutta tranquillità ha smesso di usare il condizionale ed ha dichiarato con fermezza alla stampa l’esistenza dei patti; si parla di Franco Gabrielli, attuale capo della Polizia di Stato ed ex comandante di SISDE e AISI ed ex capo del dipartimento della protezione civile presso il Consiglio dei Ministri. Il tutto era partito da un articolo di Lucia Annunziata, giornalista ed ex presidente RAI, che indagava appunto sulle possibilità di un accordo Stato-terroristi islamici. Al di là della dubbia solidità delle basi che spingevano l’Annunziata a fare tali esternazioni, questa era la miccia che aveva acceso Gabrielli e che lo aveva spinto a rispondere per le rime: “Ho letto tante fandonie. C’è chi pensa che sia ancora in vigore il lodo Moro, come se si potesse interloquire con l’Isis, con i suoi mille cani sciolti e con le sue cellule dormienti come si fece un tempo con i terroristi palestinesi… Balle. Tutte balle”.
Insomma, come se non fossero bastate le parole di Cossiga, adesso si può dire: il Lodo Moro è esistito. E se sul fatto che non sia più in vigore non c’è dubbio, invece sulla praticabilità ad oggi di una cosa simile si potrebbe discutere.

Franco Gabrielli

ACCORDO CON I FONDAMENTALISTI ISLAMICI?
Interroghiamoci, pur con i pochi elementi che abbiamo in mano, su se sia possibile oggi una cosa del genere. C’è un presupposto da considerarsi necessario, ovvero che i terroristi stiano agendo indisturbati sul suolo italiano e che non stiano preparando attentati sullo stesso: solo a queste condizioni si potrebbe parlare di un vigente accordo anti terrorismo. Tuttavia, come sottolinea giustamente D. Ranieri su Il Foglio in un articolo di qualche giorno fa, in Italia sono stati sventati vari attacchi, e fra questi si contano 4 bosniaci arrestati a marzo a Venezia intenti a preparare un attentato, un italo-marocchino arrestato a Sesto San Giovanni per lo stesso motivo il dicembre scorso, 4 marocchini arrestati a Roma ad aprile 2016 poiché avevano ricevuto indicazioni su come svolgere un attentato nella Capitale. Sono esempi recentissimi ed ovviamente sono una minima parte rispetto al grande lavoro di indagini preventive che si svolgono in questo periodo. Oltre a questo c’è da chiedersi con chi il governo potrebbe accordarsi, e pure su questo non troveremmo un punto fermo. Anche se si riuscisse a trovare un accordo col sedicente Stato Islamico, come si farebbe poi a dirsi al sicuro dai cosiddetti lupi solitariLa teoria, insomma, già non sembra poter reggere a dovere. Ovviamente possono esserci anche stati dei negoziati con qualche gruppo, con qualche soggetto definito, ma probabilmente nulla di paragonabile alla possibilità che sussisteva negli anni ‘70 di accordarsi con l’OLP. Tra l’altro, la facilità con cui era possibile stipulare degli accordi con i terroristi palestinesi sarebbe riprovata dal fatto che anche altre nazioni abbiano deciso di fare una mossa simile al Lodo Moro, ne abbiamo testimonianze per quanto riguarda la Germania a seguito della strage di Monaco per esempio.
Di sicuro però non basta questo per escludere a priori ogni tipo di negoziato, ed in fondo non potremmo mai toglierci del tutto un tale dubbio, tanto affascinante quanto pericoloso, dal singolare sapore di mistero. Un mistero però che per ora può rimanere archiviato nella fantastoria.