“Le divisioni nel paese stanno scomparendo dopo il referendum, quelle in Parlamento no”: è questo il motivo per cui il Primo Ministro Inglese Theresa May ha richiesto al Parlamento di indire nuove elezioni politiche, a soli due anni dalle precedenti.
Con 522 voti a favore e 13 contrari la Camera dei Comuni ha accettato la proposta del PM May fissando la data delle elezioni per l’8 di Giugno.
Il partito conservatore (Tories) guidato dalla May, allo scioglimento della Camera, deteneva una maggioranza di 4 seggi, con 330 seggi totali. Il maggior partito di opposizione era il partito dei Labour guidato da Jeremy Corbyn che deteneva 229 seggi. Il terzo maggior partito era l’SNP, il partito nazionalista scozzese, guidato da Nicola Sturgeon che dopo aver guadagnato 50 seggi alle ultime elezioni si attesta ora a 54 seggi. Altri partiti minori sono i Liberal-Democratici di Tim Farron con 9 seggi e Plaid Cymru (il partito nazionalista gallese) capeggiato da Leanne Wood con 3 seggi. È presente infine in Parlamento Sinn Fèin, partito nord-irlandese che detiene 4 seggi che però non vota e non presta giuramento alla Corona all’apertura dei lavori paramentari.
Tutti i maggiori partiti hanno presentato i loro manifesti politici: i temi principali trattati sono stati: Brexit, sistema sanitario (NHS), lavoro e immigrazione.
I conservatori nel loro manifesto rendono chiaro il loro piano per la Brexit: lasciare il mercato unico e creare un accordo economico speciale con l’UE, assicurare ai cittadini britannici un’uscita senza rischi dall’Unione, anche senza un accordo ed infine far approvare una Great Repeal Bill, una legge che converta tutte le norme UE in leggi dello Stato. All’interno del manifesto conservatore si promette un aumento dei finanziamenti all’NHS (Sistema Sanitario Nazionale) per raggiungere gli 8 miliardi di sterline all’anno entro il 2022. I conservatori vogliono inoltre finanziare la scuole con altri 4 miliardi di sterline, cambiare le politiche migratorie per abbassare il numero di migranti che entrano nel paese in poche decine di migliaia e pareggiare il bilancio dello stato entro il 2025.
I laburisti, nel manifesto elettorale che viene definito “quello più a sinistra di sempre”, promettono di mettere fine ai tagli iniziati dal Governo Cameron e di investire maggiori cifre nei servizi pubblici. I laburisti propongono la nazionalizzazione di numerose imprese e servizi quali le ferrovie, le poste, l’acqua e l’energia elettrica. Sul piano economico i laburisti intendono tassare maggiormente i cittadini e le imprese più ricche, investire nell’economia britannica con 250 miliardi di sterline e abolire le tasse di iscrizione per gli studenti universitari inglesi. Il piano Brexit dei laburisti è di cancellare l’attuale progetto di negoziati proposto dal Governo May è sostituirlo con un nuovo piano che tenga conto dell’interesse dei cittadini di rimanere nel mercato unico, garantire gli attuali diritti ai cittadini UE nel Regno Unito, rimpiazzare la Great Repeal Bill con una legge che garantisca che nessuna modifica venga effettuata in materia di diritti dei lavoratori e di sicurezza ambientale.
Il punto principale del manifesto del SNP è un referendum sull’indipendenza della Scozia dal Regno Unito. In campo economico l’SNP intende chiudere l’era di austerity iniziata dai precedenti governi conservatori e mettere a disposizione delle aziende 120 miliardi di sterline, aumentare il salario minimo fino ad oltre 10 sterline all’ora entro il 2021/22 ed aumentare le tasse per chi guadagna più di 150 mila sterline all’anno. I parlamentari SNP chiederanno al prossimo governo di aumentare la spesa pubblica per la sanità raggiungendo l’attuale livello scozzese che è il 7% maggiore di quella inglese.
I Liberal-Democratici intendono tenere un referendum sul piano finale della Brexit, aumentare le tasse per finanziare l’NHS e i servizi pubblici e aumentare la spesa pubblica per le scuole. I Lib-Dem non sono disponibili ad altre coalizioni come quella del 2010-2015. Gli ultimi sondaggi vedono i conservatori vincenti con 370-390 seggi, i laburisti sarebbero il partito d’opposizione guadagnando tra i 180 ed i 200 seggi, SNP e i Lib-Dem dovrebbero mantenere lo stesso numero di seggi delle ultime elezioni. Durante la campagna elettorale si è tenuto un dibattito generale tra i leader (al quale non hanno preso parte May e Corbyn) ed un dibattito tra solo May e Corbyn
Articolo di Semir Tiric