L’ultima carovana
Da Rio Bravo a Notizie dal mondo, il western è il genere cinematografico statunitense per eccellenza, il mezzo con cui gli Stati Uniti stessi hanno scelto di raccontarsi tra canyon e scontri a fuoco, creando il proprio mito e cercando i loro eroi tra infinite contraddizioni. Il perfetto palcoscenico per mostrarsi grandi, anche dal punto di vista dell’immensità paesaggistica. Questo genere, come ogni altro, è poi cambiato, è stato esportato (Sergio Leone ne sa qualcosa) ed è evoluto insieme al suo paese e ai suoi artisti, arrivando a declinazioni neo-western quali il capolavoro Non è un paese per vecchi (No Country for Old Men, 2009, Joel e Ethan Coen).
Eppure, ogni tanto, il western torna a vestire i panni del passato, torna nei suoi luoghi tipici e ai suoi costumi: lo faceva, almeno per due terzi della sua durata, Bone Tomahawk (2015, S. Craig Zahler), e lo fa, senza ombra di dubbio Notizie dal mondo (News of the world), l’ultima fatica di uno dei più bravi registi action in circolazione, Paul Greengrass.
La trama: 1870, il capitano Jefferson Kyle Kidd (Tom Hanks) è un veterano della guerra civile che ha combattuto per il Sud. Precedentemente tipografo a San Antonio, ora viaggia per il Texas munito dei giornali che prima stampava, a leggere notizie e storie che ritiene interessanti a platee di abitanti delle piccole cittadine, che non hanno istruzione o tempo per farlo da sé. Un’esistenza misera e solitaria, che viene sconvolta dall’incontro con Johanna (Helena Zengel), una bambina cresciuta dai nativi americani (che l’hanno rapita dopo aver ucciso i suoi genitori) e che, recuperata dall’esercito, stava venendo trasportata a casa degli zii, unici parenti rimasti, da un soldato di colore, ucciso e impiccato in quanto nero. Non potendo contare sull’aiuto di nessuno, il capitano Kidd deciderà di portare lui stesso Johanna da ciò che resta della sua famiglia.
Sentieri selvaggi
Fin dai suoi primi minuti, Notizie dal mondo accende una spia nel cervello dello spettatore: “Attenzione, sebbene sia ambientato nel passato, questo film parla del mondo contemporaneo!”. È un modo di procedere forse didascalico, ma senza dubbio onesto. Paul Greengrass, come il suo protagonista, racconta una storia semplice e lo fa senza sotterfugi. Di conseguenza, lo sfondo social-politico a cui fa riferimento è lampante: il Texas del 1870 è molto simile agli Stati Uniti di oggi. Un paese diviso, lacerato dagli scontri ieri, dalle divisioni politiche oggi. C’è chi non accetta il risultato della Guerra Civile (e chi quello delle elezioni), chi non vuole saperne nulla di quello che succede al di fuori della propria contea. Nelle sale in cui Kidd legge le notizie, alcuni cittadini sudisti protestano contro gli emendamenti del presidente Grant e minacciano di aggredire “le giacche blu” che li sorvegliano.
C’è chi sparge propaganda e fake news: è il caso della cittadina gestita da Mr. Farley, dove si vive sterminando bisonti e non si accetta che la schiavitù sia stata abolita. Farley, che coi suoi scagnozzi blocca la traversata di Kidd e Johanna, esige che il capitano legge ai suoi concittadini esclusivamente il suo giornale di propaganda. Qui gli echi sono ancora più lampanti: Farley è una personificazione non tanto di Donald Trump in toto, quanto di alcuni aspetti del trumpismo, quali il rifiuto della verità istituzionale/convenzionale e dei suoi media, colpevoli di rilanciare quelle che, per lui e i suoi sostenitori, sono le reali fake news.
In questo panorama così brulicante di sentimenti politici, un Selvaggio West che sembra molto il Selvaggio Oggi, Kidd si muove con l’amarezza di uno sconfitto (ha, di fatto, perso la guerra) che però ha accettato il risultato e ha stretto la mano degli avversari. Lui, da giusto, da buono, capisce che il suo paese ha bisogno dell’unità prima di ogni altra cosa. E Tom Hanks, uno delle ultime vere good faces del cinema, è perfetto nel dargli dignitosissima umanità, con un po’ di amarezza nel fondo degli occhi. Hanks peraltro che, nonostante decenni da protagonista dell’industria cinematografica americana, arriva solo nel 2021 al suo primo western.
Nonostante questa forte adesione del film con la realtà contemporanea -o forse proprio per questo-, Notizie dal mondo è totalmente classico nella forma. Lo stile a cui Greengrass aveva abituato, davvero innovativo sul versante action, si depura e adegua ad una storia che, se privata degli echi trumpiani e delle elezioni 2020, sarebbe conforme ad alcuni film di John Ford (il nume tutelare è ovviamente, Sentieri selvaggi). Semplicità, rigore, grandissima perizia, sia nella fotografia Wolski, che nelle interpretazioni e nella colonna sonora di James Newton Howard, l’aspetto forse più convincente del film.
Ed ecco che in un prodotto così classico, il centro nevralgico tornano ad essere i sentimenti, che legano i due protagonisti e che li separano dai loro cari che non ci sono più, e la forza del racconto, il suo essere una storia semplice, banale, direbbero alcuni. Eppure, per citare il capitano Kidd, protogiornalista e, sul finale, intrattenitore, il piacere di ascoltare un narratore così capace permette di “distarsi” (in un modo, comunque, impegnato, tipico dei liberal statunitensi) dalla vita di tutti i giorni, per godere di una storia, forse un po’ troppo familiare, ma piacevole.
Al netto dei difetti, Notizie dal mondo, in un periodo come il nostro, è una ventata d’ossigeno.