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La politica della gente al governo

Stiamo assistendo alla nascita di un governo che ha dell’incredibile, a seconda dei punti di vista sia in positivo che in negativo. Abbiamo osservato la genesi di un contratto di governo che ha rappresentato un’assoluta novità rispetto al recente passato. Stiamo per assistere alla nomina di un Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che porta con sé luci ed ombre di indubbia importanza. In mezzo a tutto questo vento di novità, chi rimane all’opposizione non sembra star imparando dai propri errori. Mentre Lega e MoVimento 5 Stelle mettono al centro della discussione il cittadino, vuoi con toni populisti, vuoi basandosi su valori politici più o meno condivisibili, dall’altra parte della barricata si ripetono i soliti schemi comunicativi e di contenuto, e sembra quasi che qualcuno non si sia reso conto che la società sta dando la propria fiducia a qualcun altro.

La gente al centro.

Una cosa che spesso certe fazioni politiche si sono dimenticate è che al centro del discorso politico deve starci la gente, che deve sentirsi ed essere coinvolta. La politica d’altronde la si fa per la cittadinanza, è indubbio. È indubbio anche che nel discorso politico entrino in gioco elementi economici e tecnici di vitale importanza che non sembrano avere diretta attinenza con la vita dei “semplici” cittadini. L’esempio più lampante è l’andamento della borsa e gli indici macroeconomici, elementi con cui il governo ha a che fare tutti i giorni e che le persone non sentono prossime a sé, ma che la politica più istituzionale tratta con un comprensibile senso di apprensione.

Parlare di PIL, di Spread e via dicendo non è qualcosa che paga perché, come detto dallo stesso Gentiloni, “col PIL non si mangia”. In sostanza si tratta di argomenti che agli occhi dei cittadini sono divenuti dei semplici spauracchi da presentare per allargare il consenso o suscitare timore a seconda della situazione politico-economica. Sappiamo che non è così, bastano delle conoscenze economiche lievemente superiori alla media per capire che la situazione è estremamente più complessa, ma questo ai cittadini non basta, ed è comprensibile vista la situazione socioeconomica ancora difficile per parte degli Italiani. Alla società che chiede un cambiamento concreto probabilmente risponde meglio quel parco di forze politiche che, in atteggiamento radicalmente opposto, se ne frega dell’andamento della finanza, dello Spread, del PIL e via dicendo.

La dignità di Lega e MoVimento 5 Stelle.

Probabilmente lo sbaglio più grande è tacciare questo modus operandi populista come irresponsabile e necessariamente privo di una propria dignità. Ciò che muove la dialettica di Lega e M5s è infatti una risposta concreta ed immediata a ciò che i cittadini sentono come problemi fondamentali. Lasciamo da parte il fatto che le risposte che Lega e M5s propongono possano essere più o meno condivisibili politicamente o non rispettare certi valori fondanti. Tralasciamo questo, e tralasciamo anche il fatto che i problemi a cui vanno a rispondere potrebbero essere problemi irreali, dei non problemi. Al netto di questo Lega e M5s stanno facendo un lavoro nel quale è possibile riscontrare una dignità, e di questo non si accorgono molte forze politiche, su tutte il centrosinistra ed il PD. Canzonare le parti che si accingono a formare un governo è l’unico hobby di quasi tutte queste opposizioni, assieme al richiamare i cittadini all’attenzione di ciò che sta accadendo intanto sui mercati. Dare l’allarme per lo spread che sta risalendo (ad oggi si aggira attorno ai 190 punti) significa non aver capito le reali necessità delle persone. O comunque, significa non aver capito che occorre raccontare in maniera esaustiva il proprio punto di vista, eraccontare perché il proprio punto di vista dovrebbe stare a cuore agli Italiani, quegli stessi Italiani che dal 2011 ad oggi ancora non hanno ricevuto spiegazione di come mai ci si preoccupi tanto di questo spread, per dirne una.
Significa anche non aver capito, e questo è il guaio più grande, che per far passare il concetto che certi problemi che tanto preoccupano gli Italiani non sono problemi reali – penso ad esempio all’invasione e alla sostituzione etnica – vada spiegato bene come mai si tratti di balle anziché prendere in giro chi porta avanti queste idee: è un atteggiamento che non paga. Lega e MoVimento 5 Stelle hanno, in mezzo a milioni di incongruenze, una loro dignità, fosse anche solo per l’attuare un discorso politico coi cittadini che i competitor non si abbassano a fare.

Il relativismo delle problematiche.

Se i problemi “reali” dei cittadini diventano argomento appannaggio di una sola parte politica, cosa che come si è visto avviene eccome, la degenerazione di tutto questo è che tali problematiche siano manipolate a proprio favore senza che sussista una controparte che le possa mettere in dubbio. È quello che palesemente succede con l’operato della Lega di Salvini, lo vedevamo poc’anzi. Per quanto il dialogo coi cittadini sia qualcosa di apprezzabile, se si tratta di un dialogo malato e basato sul coltivare paure spesso infondate ecco che il dialogo si trasforma in un elemento pericoloso per la salute della società e, si badi bene, si è arrivati a fondare parte del programma di governo su questo meccanismo. Questo credo che caratterizzi molto la Lega e solo in minima parte il M5s, ma si tratta d’una mera opinione, come gran parte di questo articolo. Insomma, alla vigilia della nascita del nuovo governo una cosa che sembra proprio non essere cambiata, pur con tutta questa ventata di cambiamento, è l’esistenza di una politica a due velocità, due facce di una stessa medaglia, due opposti che non si rendono conto che forse l’atteggiamento responsabile sta a metà. E intanto “i populisti” arrivano al governo, con buona pace per i paladini della politica “fatta bene”.