Un documento inedito del governo tedesco dimostra il piano internazionale dietro la caduta del governo Berlusconi
È di poche ore fa la pubblicazione, da parte del noto sito Wikileaks, di un documento in tedesco, francese e inglese che prova l’orchestrazione internazionale volta a far crollare il IV Governo Berlusconi. Nel documento sono riportate numerose comunicazioni informali tra la cancelliera tedesca Angela Merkel ed il Presidente americano Barack Obama in cui si afferma esplicitamente “Berlusconi va eliminato, troppo amico di Putin”. Al momento né il governo americano né quello tedesco hanno rilasciato smentite. Wikileaks ha portato alla luce le prove di un colpo di stato orchestrato ai danni della sovranità italiana, sicuramente con l’accordo dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Benvenuti nel mondo del complotto.
Mi sono inventato tutto, non esiste alcuna prova di ciò che ho scritto e mi scuso con tutte le persone e gli enti sopracitati per averli amichevolmente sfruttati. Eppure qualcuno di voi avrà aperto l’articolo attirato dal titolo (in particolar modo dalla lussuriosa combinazione di CLAMOROSO-WIKILEAKS-MERKEL-BERLUSCONI) e fino al nome di Giorgio Napolitano sarà stato convinto della bontà delle mie parole.
Vorrei dimostrare, con questo inizio fasullo, come qualsiasi sitarello di informazione possa avvelenare l’aria dell’informazione. Le bufale sono gustose, cibo per gli affamati. Sono facili da leggere e fanno sempre gridare al complotto o allo scandalo. S’imprimono con una facilità disarmante nella memoria del lettore e il loro sradicamento da essa è pressoché impossibile.
Come faccio io, autore di una volenterosa ed orgogliosa ma piccolissima testata online, a conoscere in esclusiva il fatto che vi ho riportato? Quanti hanno condiviso l’articolo in questione attirati solo dal titolo? Quanti di voi, leggendo il primo paragrafo, si sono lasciati cogliere da una forte rabbia? L’immagine che ho messo in copertina, siete certi non sia un falso?
Sono tutte domande molto interessanti e posso solo immaginare le risposte ad esse. Se volessi rispondere seguendo le statistiche e pensando alla mia esperienza online potrei dire che molti ci sono cascati e pochi hanno analizzato in modo critico l’articolo fasullo.
Si potrebbe dire che il livello culturale dell’internauta si possa misurare in base alla sua capacità di dubitare; il panorama che ci si presenta è dunque molto…molto tetro.
Ma qual’è l’obiettivo delle “fake news”? A cosa serve creare notiziacce false dal titolo “Bambino di 9 anni prodigio scopre cura per il cancro” o “Laura Boldrini shock: ogni famiglia italiana dovrà adottare almeno un bambino africano”?
I moventi sono principalmente due, uno economico e uno politico; inutile dire che è il secondo che ci interessa maggiormente.
I ciarlatani che imbambolano i gonzi esistono da sempre e il loro lavoro, che sia fatto attraverso una sfera di cristallo, la finta comunicazione con i morti o una tastiera, temo resisterà allo scorrere del tempo.
Sono le implicazioni politiche di certe notizie che spaventano.
Prendiamo in esame il secondo titolo che ho citato: “Laura Boldrini shock: ogni famiglia italiana dovrà adottare almeno un bambino africano”. Immaginiamo di condividere questa notizia in diversi gruppi anti-immigrazione, razzisti, fascisti, grillini ecc. ecc. Questa balla raggiungerà potenzialmente 200 000 mila persone in pochi minuti, con la possibilità di accrescere il numero di lettori in poche ore. Una fandonia che raggiunge una tale diffusione riuscirà ad accrescere ulteriormente la rabbia dei lettori verso la persona o il gruppo presi di mira.
Pensate agli aggettivi/nomi che si leggono nei titoli di articoli del genere: CLAMOROSO, SHOCK, SCANDALO, VERGOGNA, VERGOGNOSO, ALLUCINANTE, BUFERA; oppure ai verbi usati per definire l’esito di un dibattito: DEVASTA, BLASTA, ASFALTA, DISTRUGGE, MASSACRA, UMILIA. È tutto un campo semantico che amplifica il senso di rabbia o paura che la notizia intende suscitare nella mente del lettore.
Le “fake news” non sono né una novità né un problema passeggero, sono l’evoluzione della propaganda più subdola. Le “fake news” sono difficili da individuare e impossibili da eliminare. Esse rispondono allo scopo di avverare il più grande sogno della politica e dell’economia: modificare gli imperativi d’azione delle persone, che dipendono direttamente dalle informazioni che esse assimilano.
Si potranno inventare algoritmi e vari metodi di censura, ma questi sistemi arriveranno sempre in ritardo. L’unica cosa possibile è cercare, e questo devono farlo in primo luogo la politica e il giornalismo, di rieducare i cittadini al pensiero critico; unico vero antidoto all’imbarbarimento forzato delle nostre menti.