Mike Pompeo, direttore della Central Intelligence Agency e nomina a Segretario di Stato di Donald Trump, ha incontrato Kim Jong-un in Corea del Nord per discutere dei termini della denuclearizzazione e del futuro incontro con il Presidente degli Stati Uniti.
Mike Pompeo met with Kim Jong Un in North Korea last week. Meeting went very smoothly and a good relationship was formed. Details of Summit are being worked out now. Denuclearization will be a great thing for World, but also for North Korea!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 18 aprile 2018
L’incontro tra i due Presidenti dovrebbe tenersi non più tardi di Giugno in loco ancora da confermare, molti i siti presi in considerazione durante la discussione, anche se alcune indiscrezioni parlano della capitale mongola Ulan Bator come possibile scelta.
Trump ha aggiunto che se l’incontro non si rivelerà fruttuoso è intenzionato ad abbandonare il tavolo delle negoziazioni anche durante la stessa sessione.
La recente visita di Pompeo e le comunicazioni con Pyongyang sono state orchestrate grazie ad un canale tra la CIA e la sua controparte nordcoreana RGB, aperto e intermediato da Suh Hoon, il direttore dell’intelligence sudcoreana NIS.
Hoon è un uomo chiave del processo di distensione, veterano delle comunicazioni inter-coreane, è il primo ufficiale nel 1997 ad essere inviato istituzionalmente da Seoul al Nord per fini diplomatici, oltre ad aver partecipato all’organizzazione di entrambi i Summit di Corea (2000 e 2007) ha incontrato più volte Kim Jong Il, il padre di Kim Jong Un.
La comunicazione tra le due Coree è stata rivitalizzata da incontri segreti avvenuti tra ufficiali di alto grado in occasione delle scorse Olimpiadi Invernali a PyeongChang, sfruttate da Seoul per aprire un nuovo percorso di normalizzazione dei rapporti tra i due stati.
Il ruolo preponderante dei servizi d’intelligence sulla diplomazia professionale nella vicenda coreana emerge chiaramente, la stessa Casa Bianca ha infatti preferito agire attraverso canali confidenziali piuttosto che istituzionali, esprimendo il proprio disappunto nell’operato del Dipartimento di Stato di Rex Tillerson e prediligendo le “spie” di Mike Pompeo per aprire un negoziato.
La nomina di Pompeo a Segretario di Stato, ruolo vacante dopo il licenziamento di Tillerson, è espressione del cambio di tendenza voluto dall’amministrazione Trump, anche in previsione degli sviluppi nordcoreani.
L’insoddisfazione del 45esimo Presidente USA nei confronti della diplomazia professionale non è però un mistero, ne sono un esempio l’ultima proposta di taglio al budget per il Dipartimento di Stato nel 2017 e 2018 da 53.1 miliardi a 39.3 miliardi di dollari, o la mancata nomina di ben 41 ambasciatori americani nel mondo, alcuni in luoghi chiave come Arabia Saudita e Turchia.
Nello stesso caso in questione non è presente alcun diplomatico americano in Corea del Nord ed il principale fautore dei negoziati coreani del Dipartimento di Stato Joseph Yun si è volontariamente dimesso il Febbraio scorso a causa di contrasti ed eccessive pressioni della Casa Bianca.
La scelta per l’organizzazione del processo di distensione è ricaduta quindi sulla CIA, attraverso la quale Pompeo può operare in attesa della conferma a Segretario da parte del Comitato Relazioni Estere del Senato.
Kellyanne Conway, consigliera speciale di Donald Trump, ha detto che la decisione di inviare Pompeo a Pyongyang dimostra come il Presidente abbia già pienamente riconosciuto il direttore della CIA come il “capo diplomatico della nazione“
Molto probabilmente il più importante incontro diplomatico degli ultimi trent’anni potrebbe essere organizzato principalmente grazie alla coordinazione dei servizi segreti dei paesi coinvolti nel negoziato e la quasi esclusione della diplomazia professionale.
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Immagine in evidenza di Nate Kitch