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La minaccia del 4 luglio

La televisione di Stato nordcoreana KCNA ha annunciato che il 4 Luglio 2017 alle ore 9.00 ora locale, la Corea del Nord ha effettuato il lancio di quello che sembra essere un ICBM (Intercontinental Ballistic Missile) ossia un vettore capace di colpire un obiettivo distante almeno 5,500 Km di distanza); poco dopo è stato il Segretario di Stato americano Tillerson a confermare, con aspro rammarico, quanto accaduto.


Comunicato ufficiale del lancio avvenuto con successo del missile ICBM (KCNA).

 

 
Comunicato di Segretario di Stato degli Stati Uniti.

Il lancio, effettuato con successo, ha adottato una traiettoria ad elevata angolazione: esso ha infatti raggiunto un’altitudine di 2808 Km percorrendo “soli” 933 Km longitudinalmente in 37 minuti. Subito è stato possibile capire la motivazione che ha spinto i vertici militari nordcoreani ad adottare un simile tracciato: questo ha consentito di testare le capacità del vettore senza dover necessariamente invadere altrimenti lo spazio aereo giapponese (come era già accaduto in passato), cosa che avrebbe provocato reazioni piuttosto accese da parte nipponica ed americana. Tuttavia, anche qui, a causa di lacune a livello informativo, diversi esperti hanno sospettato che questo fosse un lancio depotenziato: il vettore secondo tali ricercatori potrebbe in realtà percorrere ben più di 1741 miglia, minacciando luoghi sensibili sul suolo statunitense.

 

Immagini tratte dal web relative alla traiettoria del missile nordcoreano.

Passiamo ora a osservare il luogo del lancio: inizialmente si riteneva che il test fosse avvenuto nei pressi dell’aeroporto di Panghyon, nel nord della provincia di Pyongan. Tuttavia, analisi successive hanno dimostrato che il luogo esatto fosse da rintracciare 8 km a sud-est rispetto a quanto detto: è qui infatti che si trova la‘Panghyon Aircraft Factory’, la prima industria produttrice di aerei del paese. Ciò che ha subito destato curiosità negli analisti è il fatto che tale luogo non fosse mai stato utilizzato, neppure dai regnanti precedenti, per effettuare test missilistici.

Il motivo per cui abbiamo preso dello spazio per parlare dell’elemento geografico non è del tutto irrilevante: è infatti a partire dal regno di Kim Jong Un che i luoghi ove vengono svolti i lanci di missili balistici sono aumentati esponenzialmente: ciò non fa altro che destare maggior preoccupazione poiché gli ingegneri stanno celermente aumentando le loro competenze al punto che, adesso, buona parte del territorio può essere utilizzata per lanciare vettori.

  

 
Geolocalizzazione del luogo in cui è avvenuto il lancio del vettore nordcoreano (Google Maps).



Immagine satellitare in cui è possibile individuare la postazione di osservazione e la zona del lancio (CNES).

 

 
Dettaglio dell’immagine satellitare precedente in cui sono visibili ulteriori dettagli (CNES).

A seguito di tale avvenimento, gli esperti hanno innanzitutto espresso il loro stupore, stimolato da una serie di fattori: in primis, il fatto che tale vettore non fosse mai stato mostrato in pubblico, neppure durante le sfilate ufficiali; in secondo luogo, a sorprendere è stata la forte somiglianza tra il nuovo missile, denominato Hwasong-14 (o KN-08), e il Hwasong-12 (o KN-17), razzo IRBM (Intermediate-Range Ballistic Missile) mostrato per la prima volta durante la parata militare del 14 Aprile 2017; in terzo luogo, infine, a stupire è stata non solo la data scelta per il lancio (il 4 Luglio infatti si celebra negli Stati Uniti il giorno dell’Indipendenza, la più importante festività negli Stati Uniti d’America) ma anche la successiva affermazione del leader nordcoreano, il quale ha espresso che il test era un regalo rivolto agli “americani bastardi”. Un’affermazione così volgare e allo stesso tempo, così gratuita, pare essere una profonda provocazione al presidente Trump, il quale pochi giorni prima aveva annunciato con un tweet che non avrebbe assolutamente permesso alla Corea del Nord di possedere un missile capace di colpire gli Stati Uniti.

Non sembra quindi essere durato a lungo il periodo di tregua e di distensione avviato da Trump, il quale, in un’intervista rilasciata il 1 maggio al giornale Bloomberg News, aveva affermato che sarebbe stato onorato di incontrare il leader nordcoreano.

If it would be appropriate for me to meet with him, I would absolutely, I would be honored to do it […]. If it’s under the, again, under the right circumstances. But I would do that”.


Missile ICBM nordcoreano in volo (KCNA).

Ma esaminiamo ora tutta una serie di elementi chiarificatori sul vettore.

Incrociando una serie di immagini prodotte dalla BBC è possibile trarre diverse informazioni, produrre alcune conclusioni e sviluppare alcune tematiche. Vediamo innanzitutto le peculiarità del KN-14: si tratta di un missile a due fasi (la cosi detta ‘Boost Phase’, che consiste nell’accensione del propulsore principale, la quale permette al razzo di allontanarsi dal suolo, e la ‘Post-boost Phase’ durante la quale vengono fatte modifiche ultimative alla traiettoria e avviene il rilascio dell’eventuale carica esplosiva). Tuttavia, emerge che numerosi esperti sono discordi circa il numero di fasi del vettore: alcuni sostengono che queste siano due, altri invece ritengono che siano tre (la diatriba non è un mero esercizio conoscitivo: all’aumentare delle fasi infatti aumenta la complessità del vettore e così, si rivela la specializzazione nello sviluppo della tecnologia missilistica).

Il secondo punto su cui occorre focalizzare l’attenzione è il range del missile: si stima infatti che questo sia di 8000 Km, una distanza sufficiente per minacciare l’Alaska e parte del Canada, ma non di colpire obiettivi statunitensi ben più significativi come News York e Washington (oltre i 10.000 Km). Tuttavia, anche qui l’opinione non è unanime: in molti hanno sottolineato che la Corea del Nord abbia volutamente impiegato un missile depotenziato, le cui capacità vanno quindi ben oltre quelle riportate dalle principali agenzie di stampa.

 
Caratteristiche del vettore ICBM lanciato dalla Corea del Nord (BBC).

 
 Immagine che mostra il range del vettore nordcoreano e l’area di impatto (Reuters).


Range dei vari missili nordcoreani ove emergono i dati degli ultimi test (altezza raggiunta e distanza percorsa), mentre le capacità degli stessi sono mostrate dalle diverse linee tratteggiate (Yonhap).

 
Tabella riassuntiva che mostra i tipi di missili nordcoreani e le loro capacità in termini di range di impatto (Yonhap).

Vediamo ora le conseguenze di questo avvenimento: il 5 luglio il presidente statunitense Trump e il capo di Stato della Corea del Sud, Moon Jae-in, hanno acconsentito ad effettuare un test missilistico congiunto: secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, della quale riportiamo anche le immagini, è stata lanciata una batteria di missili nel Mar Cinese orientale, tra i quali il coreano Hyunmoo-2A e l’americano ATACMS, entrambi missili balistici a corto raggio (detti per questo SRBM, Short Range Ballistic Missile).

 
Immagine dell’operazione congiunta tra forze sudcoreane ed americane (Yonhap).

Le operazioni di intimidazione verso il leader nordcoreano non sono finite qui: l’8 luglio infatti due bombardieri americani B-1B Lancer di stanza presso Guamm hanno svolto un’esercitazione congiunta con le aeronautiche militari della Corea del Sud e con quella Giapponese al fine di fungere da deterrente per eventuali futuri test nord coreani.

Ciò che forse, più di tutto, ha fatto innervosire l’amministrazione americana è il fatto che la Corea del Nord si sia servita di un autoarticolato prodotto in Cina per il lancio del vettore ICBM. Sebbene fosse stato progettato per usi civili (avrebbe infatti lo scopo di trasportare tronchi di legno), il Wanshan WS51200 ha mostrato di essere un ottimo veicolo ‘dual use’: esso infatti rientra all’interno della cosiddetta categoria TEL (Transporter Erector Launcher), la quale racchiude tutti quei veicoli capaci di trasportare uno o più vettori intercontinentali di massimo 80.000 Kg, di disporli in posizione adeguata per il lancio e di consentire a questi di decollare efficacemente.

Trump infatti, già nella telefonata del 2 luglio col leader della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping, lo aveva avvertito di essere disposto ad agire da solo per aumentare la pressione su Pyongyang se Pechino si fosse dimostrata, come sempre del resto, riluttante a prendere misure per contenere l’ “eccentricità” di Kim Jong Un. Il 4 luglio, poco dopo il lancio del missile nordcoreano, il presidente statunitense si è rivolto nuovamente alla Cina, esperimento la speranza che “forse la Cina si muoverà pesantemente contro la Corea del Nord e finirà questa sciocchezza una volta per tutte”.

Perhaps China will put a heavy move on North Korea and end this nonsense once and for all!“.


Wanshan WS51200 impiegato il 4 Luglio (KCNA).

Poiché la situazione è in costante evoluzione e poiché le manovre del leader nordcoreano sono allo stesso tempo complesse e imprevedibili, è difficile immaginare con precisione millimetrica quali saranno gli esiti futuri. Ciò che possiamo dire con certezza è che una rappresaglia armata, adesso più che mai, è da evitare per più motivi che qui elencheremo solo sinteticamente.

Innanzitutto gli Stati Uniti sarebbero adesso esposti alla possibilità di essere raggiunti da testate nucleari (le Hawaii e l’Alaska sono i due obiettivi potenziali): questo spiega perché la U.S. Missile Defense Agency (MDA) abbia affermato prontamente che ci sarà un test “nella prima parte di luglio”: verrà infatti condotto un nuovo test del loro sistema missilistico di difesa THAAD (Terminal High Altitude Area Defense) contro un missile balistico a medio raggio (IRBM) lanciato dall’Alaska.

In secondo luogo, nel caso di un massiccio bombardamento americano, la Corea del Nord potrebbe rivolgere le proprie armi convenzionali e, perché no, forse anche quelle nucleari, contro il suo vicino e rivale che si trova poco più a sud: studi svolti da vari centri di ricerca dimostrano che nell’arco di poche ore si raggiungerebbe la spaventosa cifra di 300.000 vittime e che tuttavia, sarebbe destinata ad aumentare vertiginosamente con l’evolversi del conflitto. Da tenere presente vi è poi il fatto che la Cina non sarebbe disposta a trovarsi uno stato satellite degli Usa al proprio confine: si ritiene quindi che essa sarebbe disposta a sostenere il regime dittatoriale di Kim Jong Un nel caso di un conflitto con gli Usa.

articolo di B.F.