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Una settimana da Trump

«Thank God it’s Friday!», avrà pensato ieri il 45° Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald John Trump. Sì, perché la sua prima settimana di governo è stata a dir poco eccezionale, un’immagine dei prossimi quattro anni che ci dà una sola sicurezza: nessuno si annoierà. Vediamo nel dettaglio come sono trascorsi questi sette giorni.

Venerdì, 20 gennaio 2017

Il momento è arrivato. Una mano alzata, l’altra appoggiata su due bibbie – quella della sua infanzia e il volume che fu di Abraham Lincoln –, Donald Trump pronuncia le parole del giuramento e diventa ufficialmente il Presidente degli Stati Uniti. Cosa è successo in questo suo primo giorno da Presidente, al netto delle cene, dei balli e delle feste?

Trump ha anche firmato due ordinanze presidenziali, ma prima di parlarne spieghiamo la differenza tra i due tipi fondamentali di ordine che il Presidente ha a disposizione: il Presidential Memorandum serve ad amministrare e governare le politiche e le azioni dei vari dipartimenti e agenzie che compongono l’esecutivo; l’Executive Order svolge grosso modo la stessa funzione, ma è considerato più formale, è numerato (a partire da Herbert Hoover), deve specificare nel suo testo l’autorità costituzionale o statutaria attraverso la quale il Presidente sta agendo e non può essere modificato a posteriori da un Memorandum.

Ma la giornata è lunga e, come abbiamo detto, colma di celebrazioni varie che impediscono di portare a termine ulteriore lavoro. Dopo aver firmato la presa d’incarico dei Segretari della Difesa (Jim Mattis) e della Sicurezza Interna (John Kelly), Donald si dirige dunque a più allietanti attività. Del resto, come lui stesso ha detto, non si può considerare “primo giorno” se fa parte del finesettimana. «Day one – which I will consider to be Monday as opposed to Friday or Saturday. Right?»

Sabato, 21 gennaio 2017

Purtroppo però, Trump ha dovuto scoprire sulla sua pelle che – ebbene sì – il Presidente degli Stati Uniti lavora anche il sabato e la domenica. Come avranno fatto a costringerlo ad alzarsi dal letto?

A sinistra Obama 2009, ore 11. A destra Trump, ore 12.

Il nuovo Portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, rincara la dose in serata, sostenendo che la folla presente al giuramento di Donald Trump era «la più grande di sempre, punto.»

Domenica, 22 gennaio 2017

Ora non esageriamo: la domenica è un giorno sacro, e come tale deve essere rispettato da tutti. Nessuno deve essere costretto a lavorare nel giorno in cui perfino Dio si riposò! E infatti sembra che Donald abbia tenuto un profilo basso.

Lunedì, 23 gennaio 2017

Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. La settimana lavorativa si prospetta zeppa di impegni, ma il Presidente si dà la carica con un bel tweet mattutino: «Busy week planned with a heavy focus on jobs and national security. Top executives coming in at 9:00 A.M. to talk manufacturing in America.»

Trump firma tre Presidential Memorandum nel corso di questa giornata, tutti decisamente rilevanti.

Inoltre Trump partecipa a due incontri presso la Casa Bianca. Riceve le massime cariche del Congresso (capigruppo e whip, di entrambi i partiti e di entrambe le camere del Parlamento), e successivamente alcuni leader sindacali: Sean McGarvey (NABTU) e Terry O’Sullivan (LIUNA), entrambi del settore edilizio, Joseph Sellers (SMART) del settore metallurgico, Doug McCarron (UBC) dei carpentieri e Mark McManus (UA) degli idraulici.

Martedì, 24 gennaio 2017

La settimana continua, e l’agenda del Presidente si infittisce ancora di più: tra le curiosità annoveriamo un’altro ritocco dell’Ufficio Ovale: Trump ha infatti disposto che venisse affisso al muro un ritratto di Andrew Jackson, considerato il primo Presidente degli Stati Uniti “populista”: nel 1828 vinse le elezioni con una campagna basata prettamente su retorica e attacchi individuali, mentre egli stesso veniva bersagliato di accuse di traffico di schiavi e soprannominato “jackass” (letteralmente mulo, usato come “idiota”).

La firma dell’Ordine Esecutivo riguardante la Keystone XL Pipeline

Mercoledì, 25 gennaio 2017

Il mercoledì, si sa, è il giorno più odiato della settimana: troppo lontano sia dalla domenica precedente, sia dal sabato successivo. Ma Donald non si è lasciato abbattere e ha continuato il suo incessante lavoro.

In serata Donald è stato intervistato per la prima volta come Presidente degli Stati Uniti, da David Muir di ABC. L’intervista è stata lunga e contiene molte dichiarazioni fondamentali per capire le politiche dei primi 100 giorni di Donald Trump e del resto della sua amministrazione.

Un altro tema molto sentito per lui è la questione del numero dei partecipanti alla sua inaugurazione. Trump passa molto tempo parlando degli uomini e delle donne della «sua folla» (ha anche affisso una foto panoramica, che inquadra proprio questa folla, in uno dei corridoi della Casa Bianca), e arriva ad accusare l’intervistatore Muir e gli altri media di «aver sminuito» gli uomini e le donne che lo hanno votato.

Giovedì, 26 gennaio 2017

Il settimo giorno, come vi abbiamo gentilmente ricordato, Dio si riposò. Donald no. (Anche perché per lui il settimo giorno è un feriale.)

Nel corso della stessa giornata Sean Spicer, Portavoce della Casa Bianca, ha in seguito annunciato l’instaurazione di una tassa del 20% sulle merci importate dal Messico (facilmente interpretabile come ritorsione per il rifiuto di Peña Nieto), ma dopo che sono arrivate voci fortemente critiche riguardo a questa proposta, sia dal Partito Democratico sia dal Partito Repubblicano, Spicer ha ritrattato, sostenendo che fosse soltanto«uno dei modi in cui gli Stati Uniti potrebbero farsi rimborsare.» A ben vedere, una tassa di questo tipo ricadrebbe pesantemente sulle aziende americane che importano dal Messico (che è il terzo partner commerciale degli Stati Uniti), e di conseguenza sui consumatori che acquistano questo tipo di prodotti.

La sera un’altra intervista, stavolta con Sean Hannity di Fox News. Stavolta però i toni sono molto più distesi, l’impressione è quella di una conversazione amichevole, tra due persone che condividono molte posizioni. Già, perché Fox News è, come ormai saprete, il network preferito da Donald (anzi, l’unico da lui apprezzato). Quindi l’intervista ha perso molto materiale da breaking news, tra l’accondiscendenza generale di Hannity e il fatto che molte questioni erano già state trattate la sera precedente. Due passaggi però sono molto interessanti.

…E finalmente, per Donald, è di nuovo venerdì. Abbiamo visto scontri diplomatici, dichiarazioni sulla tortura e ordini esecutivi che hanno messo l’amministrazione Trump sulla strada per adempiere a quasi tutte le promesse fatte in campagna elettorale. Mantenere queste promesse la renderà un’amministrazione migliore o peggiore?