Laureato in Relazioni Internazionali, Master in International Business Development, attualmente Consulente di Integrazione Aziendale.

A chi non piacerebbe non dover pagare le imposte? Potremmo tranquillamente affermare che questo é uno dei punti più discussi degli ultimi trent’anni, ognuno di noi ha sentito almeno una volta nella vita la frase “le tasse sono troppo alte”. Eppure altrettanto spesso dimentichiamo che le imposte sono una parte fondamentale della nostra vita, non solo quando dobbiamo pagarle, ma anche quando usufruiamo del ritorno in termini di servizi da parte dello stato. La difesa, le infrastrutture pubbliche, la sanità (nel caso italiano), le case popolari assegnate ai meno abbienti, sono tutte voci del bilancio statale che negli ultimi anni hanno richiesto più fondi e ne hanno invece visto entrare sempre meno. Per capire in maniera generale come funziona un bilancio statale, possiamo usare un modello semplificato al massimo che tiene conto solo di sanità, difesa e servizi pubblici in generale. Poniamo che il costo per lo stato ogni anno sia uguale a 100 euro e che il signor Rossi e il signor Bianchi siano entrambi cittadini del nostro Stato modellino. Lo stato tassa entrambi i cittadini per 50 euro ciascuno, ma il signor Rossi pensa che le tasse siano troppo alte per i suoi standard, allora alla fine dell’anno dichiara che visti gli introiti della sua attività lavorativa, può pagare allo stato solo 45 euro, nonostante non fosse vero il fatto che abbia guadagnato meno. Lo stato alla fine dell’anno riceve 95 euro dal gettito delle imposte (45 euro dal signor Rossi e 50 dal signor Bianchi), ma il costo per lo stato per garantire sanità, difesa e servizi pubblici rimane comunque 100 euro. Adesso lo stato può:

  • Aumentare le tasse per ridurre l’ammanco.
  • Emettere titoli di credito per farsi “prestare” i soldi dai risparmiatori che investono nei titoli per poi ricevere la somma data più gli interessi.

Nel primo caso il signor Bianchi dovrà sostenere una spesa ulteriore di 5 euro per coprire l’ammanco causato dal signor Rossi, mentre nel secondo lo stato dovrà restituire la somma ricevuta dal contribuente che ha investito in titoli di stato, più gli interessi sull’ammontare.

Come se non bastasse il signor Rossi si ammala, va in ospedale e viene curato, una grossa parte del costo viene coperta dal servizio sanitario nazionale che gli assicura delle cure senza dover sostenere interamente il costo delle spese. Il signor Rossi continua a usufruire dei servizi pubblici per muoversi nella città, senza bisogno di usare la macchina e sostenere ulteriori costi, mentre il signor Bianchi che regolarmente pagava, incontra al bar il signor Rossi il quale gli confessa di pagare meno, averlo nascosto e di averla persino fatta franca. Ebbene il signor Bianchi a questo punto decide anche lui di evadere il fisco per 5 euro, tanto chi se ne accorge? E così l’anno dopo, il nostro stato riscontrerà un introito di 90 euro invece di 100, e si torna ai due punti precedenti. Ma un momento, se i cittadini non hanno abbastanza soldi per pagare le tasse, purtroppo non potendo inventare i soldi il governo dovrà ridurre i servizi. Ecco che si riducono le corse degli autobus e alcuni servizi sanitari. I nostri due cittadini indignati dal cattivo servizio decidono di pagare ancora meno tasse l’anno successivo, e indovinate un po’? Lo stato non ha soldi a sufficienza e dovrà ulteriormente abbassare la qualità e la quantità dei servizi, il tutto in un circolo vizioso che porta al degrado dello stato intero. Ora immaginate questo stesso scenario in uno stato con oltre 2000 miliardi di debito che non riesce a pagare, perchè praticamente tutti evadono il fisco per le cose più banali. Badate bene, non sto parlando di quei poveretti che decidono di non dichiarare poche migliaia di euro per poter evitare che chiuda la fabbrica e non mandando venti FAMIGLIE per strada. Famiglie ho detto, quindi da un minimo di due, a un numero medio di tre o quattro persone. Questi signori che evadono il fisco per poter mantenere l’attività aperta, io non li chiamo evasori, ma uomini coraggiosi che si prendono il rischio di essere perseguiti dalla legge per non sacrificare qualcosa di più grande. E poi ci sono loro, gli evasori, quelli che non vi battono lo scontrino per un cono gelato da 2 euro, perchè in fondo sono solo 2 euro, una moneta. E quando in estate a ferragosto i coni sono 200 in un giorno? Il signore si è beccato 400 euro puliti esentasse nelle tasche e quello che non paga lui, lo pagate voi. Voi chi? Voi tutti, la gente che fa la dichiarazione dei redditi non tralasciando una virgola perchè di notte volete dormire senza timore che venga a bussarvi la Guardia di Finanza, voi impiegati dello stato a cui le imposte vengono detratte direttamente dallo stipendio. Quelli che non vi fanno la ricevuta fiscale “così vi fanno risparmiare il 30%”, in realtà vi stanno rubando dei soldi, per l’esattezza l’intero importo che gli state mettendo in tasca, lo sta rubando a voi e alla vostra famiglia. No, non è una questione di crisi, perchè l’evasione fiscale è un problema che esiste da quando è nato lo stato.

In Italia il debito è così alto che lo stato, benchè recentemente vi siano stati anni in bilancio positivo, genera paradossalmente più debito a causa degli interessi sullo stesso, e tanti più servizi degradano, tante più persone decidono di pagare meno tasse.

Questo era solo un esempio, ma la questione è decisamente molto più complessa e spinosa di così, la cosa importante è che capiate che ogni qualvolta non chiedete lo scontrino, state rubando a voi stessi.

articolo di Alessandro Nicotra